sabato, gennaio 27, 2007

Dal Sito shoah.net

Storicamente l'antisemitismo, nella forma in cui si è espresso e si esprime, è il prodotto dell'ostilità religiosa (antigiudaismo) alimentata dai cristiani contro gli ebrei che sono stati accusati di essere tutti insieme, come popolo, i responsabili dell'uccisione di Gesù (deicidio). Questo non significa, ben inteso, che le autorità ecclesiastiche abbiano volontariamente e consapevolmente ispirato il razzismo antisemita, che spesso hanno invece duramente condannato. Ma ciò non toglie che questo razzismo si sia sviluppato proprio nei paesi cristiani e, fino a questo secolo, solo in essi, nell'alveo di una condanna religiosa che è rimasta inalterata per quasi duemila anni, fino al concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). Al tempo di Cesare e Augusto - quando Roma estendeva il suo dominio sul mondo Mediterraneo - gli ebrei, pur conservando ancora il loro centro territoriale e spirituale in Palestina, erano disseminati in tutto l'Impero Romano ed anche oltre le sue frontiere, dove professavano la credenza in un Dio unico. Ma fu dopo l'occupazione romana della Palestina che gli ebrei avevano dato vita a frequenti ribellioni. Le autorità imperiali, costrette spesso a intervenire militarmente per ricondurre all'ordine quella turbolenta provincia (il punto culminante della repressione fu la distruzione del tempio e della città di Gerusalemme nel 70 d.c.), nutrivano nei loro confronti sentimenti di ostilità e diffidenza che si indirizzavano anche verso le numerose comunità ebraiche della diaspora, quelle cioè che si trovavano sparse in diversi territori del bacino mediterraneo. Di questo atteggiamento furono vittime anche Gesù e i suoi seguaci cristiani che, per molto tempo, furono considerati a Roma come una setta ebraica. Ma per i cristiani, quando i discepoli originari di Gesù erano ormai scomparsi nella distruzione di Gerusalemme, era essenziale segnare la separazione fra la propria religione e quella da cui essa derivava. Nacquero così le principali accuse contro i giudei, di cui Giuda, il traditore di Cristo, diventa l'emblema stesso. Essi sono considerati colpevoli non solo di non aver voluto riconoscere la divinità di Cristo, ma addirittura di averlo messo a morte.
È appunto l'accusa di deicidio il marchio di infamia che nel mondo cristiano accompagnerà gli ebrei per quasi duemila anni. In ragione di questa accusa essi vennero emarginati dalla società, privati di molti diritti e costantemente guardati con diffidenza. Anche la violenta repressione di cui fu oggetto la loro rivolta contro i romani e il fatto stesso di vivere perseguitati, lontano dalla terra d'origine, vennero subito interpretati dai teologi cristiani come un segno della giusta punizione che essi avevano meritato con il loro delitto. Le masse cercarono di far ricadere le responsabilità delle proprie frustrazioni e delle proprie disgrazie su un "capro espiatorio": gli ebrei. Alla metà del 1300 si accusarono gli ebrei di avvelenare i pozzi e diffondere il morbo della peste, spinti dal loro odio per i cristiani senza curarsi del fatto che essi stessi ne sarebbero morti. E' da qui in poi che la storia degli ebrei cambiò tragicamente. Essi venivano ormai individuati come un gruppo etnico, con precisi connotati biologici, dal quale nessuna conversione religiosa consentiva di uscire. Questo fu evidente all'inizio del 1500 in Spagna, dove i re cattolici Ferdinando e Isabella decisero di cacciare dal loro regno tutti gli ebrei che vi abitavano. Furono cacciati 100.000 individui. La "nazione ebrea" restò così al bando delle comunità cristiane per molti secoli. Soltanto nel 1781 l'imperatore d'Austria Giuseppe II emanò una patente di tolleranza (Atto legislativo che concede la libertà di religione ai gruppi non cattolici tra cui gli ebrei) per gli israeliti, mentre la Rivoluzione francese pronunciò a sua volta la piena equiparazione degli ebrei agli altri cittadini nel 1791.
La "emancipazione" degli ebrei fu successivamente sancita nel corso dell'Ottocento dagli altri Stati europei, tra cui il Regno di Sardegna nel 1848, il Regno d'Italia nel 1861, la Gran Bretagna nel 1866, la Germania nel 1870. Assai dura per tutto l'Ottocento restò, invece, la condizione degli ebrei in Russia, in cui l'annessione delle province polacche aveva inserito più di un milione di israeliti; l'assassinio di Alessandro II (1881) provocò sanguinosi massacri di ebrei (pogrom), favoriti dal governo, che si ripeterono negli anni seguenti, provocando migliaia di morti. L'antisemitismo però non scomparve nei paesi in cui gli ebrei erano stati emancipati; esso continuò a serpeggiare virulento all'interno di circoli culturali e di gruppi politici di orientamento reazionario e nazionalista. Il razzismo antisemita prese poi nuovo vigore dopo la grande guerra, con manifestazioni particolarmente violente e irrazionali in Germania, dove il nazionalismo stimolato dalla disfatta addossò agli ebrei e ai socialisti la responsabilità della sconfitta, aprendo la strada alle farneticazioni di Hitler, che indicò negli ebrei la causa di tutte le disgrazie del paese. Gli ebrei, quindi, di nuovo, assunsero il "ruolo" di capro espiatorio...

venerdì, gennaio 26, 2007

Dal Qohélet - 4,1


Ogni violenza compiuta
Sotto il sole la vidi

E lacrime di oppressi
Nessuno le addolciva

E violenza di oppressori
Nessuno le frenava

lunedì, gennaio 22, 2007

Le visioni di un "liberal realista"

Anonymous ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "I dubbi de "il Brigante"":
Ma che cosa volete dalla Lama San Giorgio? Se definiamo quella specie di campagna un parco naturale, allora anche quello sotto casa mia potrebbe esserlo. Sveglia Gente. I paesaggi naturali di certo non sono quelli che troviamo nella lama San Giorgio. E' bene che nasca qualcosa che faccia bene al nostro paese, che risollevi l'economia. Da Triggiano tutti vogliono scappare, e andare via, forse è la volta buona che dopo l'Ikea e il Bariblu, qualcuno a Triggiano ci voglia venire. E di sicuro ci verrà. Dispiace per tutti i piccoli imprenditori, ma il Bariblu avrà solo un piccolo ipermercato e quindi il danno sarà ridotto. Son convinto che il nostro paese crescerà! Ma non dite più che la Lama San Giorgio va protetta e che ci aranno danni al paesaggio, perchè verrebbe da ridere a chiunque! Svegliatevi!

Questo è il commento pervenuto da un lettore.

L'illusione di pensare che con l'Ikea e Bariblu tutti vorranno rimanere a Triggiano rende davvero ridicola un'opinione che effettivamente avrebbe potuto (se espressa più intelligentemente) essere la base per un'interessante discussione.
Qual'è il punto: porre al centro dell'attenzione lo "sviluppo" a tutti i costi e macchiavellicamente pensare: chi se ne frega degli altri e del mondo che ci circonda l'importante è che io sto meglio e sollevo la mia economia? Oppure bloccare "il progresso" in favore di una salvaguardia naturalista a tutti costi?
Personalmente credo che la verità stia nel mezzo. Non è possibile pensare di non spostare una pietra per non alterare il paesaggio ma è anche ingenuo pensare che fare bene al proprio paese sia eliminare uno dei polmoni naturali più importanti della zona (non solo per Triggiano). Questo diventa ancora più vero se inteso in favore di un falso ed estemporaneo benessere.
La miopia di chi crede di aver trovato la "panacea" ed aver stabilito per tutti cosa "faccia bene al proprio paese" fa venire il voltastomaco. Definire La Lama, già abbondamente degradata e deturpata della sua essenziale funzione biologica, come una "specie di campagna" evidenzia la sua assurda IGNORANZA. E' possibile che non si riesca a capire il valore dell'indotto in termini occupazionali e di sviluppo che potrebbe crearsi da un area verde o da un parco? E' possibile che non si riesca a capire la necessità di intervenire in un luogo che ha già causato molti danni ed anche morti per la sua oscena incuria?

Se poi rimanere a Triggiano significa essere sfruttato per poche centinaia di Euro deprimendo la propria vita in una catena della grande distribuzione, be caro Anonimous preferico andare via e fare delle mie possibilità e capacità qualcosa di più utile alla comunità ed a me stesso.

La cultura della mediocrità amazza il VERO sviluppo.
SI SVEGLI LEI !!! ed esca dalla provincialità che l'avvolge in un irrequieto torpore.