giovedì, aprile 19, 2007

Rapine in Vespa a Triggiano, arrestati due giovani

Agivano sempre su una Vespa 50 di colore 'beige', i due giovani arrestati ieri sera in flagrante dai carabinieri di Triggiano mentre stavano mettendo a segno l'ennesima rapina ai danni di un supermercato: si tratta di Cosimo Profeta e Cosimo Pelargonio, di 20 e 24 anni, gia' conosciuti dalle Forze dell'ordine.

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Energia Solare

A Triggiano, alla presenza del general managaer di Mitsubishi Hie, Keisuke Izutsu, e della Seika Corporation, Taizo Kagawa, sarà inaugurato lunedì il primo impianto di produzione di energia a pannelli solari con tecnologia Mitsubishi Heavy Industries Europe a "film sottile" di silicio, che consentirà l’autosufficienza energetica all’azienda Metalmeccanica D’Ignazi di Triggiano ed eviterà l'emissione in atmosfera di 41 tonnellate di anidride carbonica l'anno.

CONGRATULAZIONI !!!

venerdì, aprile 13, 2007

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno

A Triggiano primo impianto solare in Puglia

E' stato presentato il primo impianto in Puglia di produzione di energia a pannelli solari con tecnologia Mitsubishi Heavy Industries Europe a 'film sottile' di silicio, che consentirà l’autosufficienza energetica all’azienda Metalmeccanica D’Ignazi di Triggiano ed eviterà l'emissione in atmosfera di 41 tonnellate di anidride carbonica l'anno.
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giovedì, aprile 12, 2007

L'ultimo comunicato di EMERGENCY

11 aprile '07 - Emergency ritira temporaneamente lo staff internazionale dall'Afganistan

Nella giornata di oggi, mercoledì 11 aprile, il personale internazionale di Emergency ha lasciato Kabul diretto a Dubai.
Il significato e le ragioni di questa decisione sono contenuti nel testo che segue, che verrà diffuso anche in Afganistan, in inglese e nelle lingue locali.

Il personale internazionale di Emergency esce dall’Afganistan.

A seguito delle vergognose affermazioni del Sig. Amrullah Saleh, responsabile dei Servizi di Sicurezza afgani, che in una intervista a un quotidiano italiano ripresa dalla stampa internazionale ha definito Emergency una organizzazione che “fiancheggia i terroristi e persino gli uomini di Al Qaeda in Afghanistan”, facciamo appello ai tanti cittadini afgani che hanno conosciuto il lavoro di Emergency nei Centri Chirurgici di Anabah, di Kabul, di Lashkargah, nel Centro medico e di Maternità del Panjsheer, nelle 25 Cliniche e Posti di Pronto Soccorso, nelle 6 Cliniche all’interno delle prigioni.

Dal 1999, le strutture sanitarie di Emergency hanno fornito assistenza gratuita e di alto livello a oltre 1.400.000 cittadini afgani. Facciamo appello a loro, alle loro famiglie, ai cittadini dell’Afghanistan perché si uniscano a noi nel ricordare al Governo afgano il carattere umanitario e neutrale del lavoro di Emergency in Afghanistan, volto a fornire cure a tutti, senza discriminazione politica, etnica, di genere, religiosa.

Il Governo afgano sta invece ricorrendo a ogni mezzo perché Emergency lasci l’Afghanistan: non solo con le terroristiche dichiarazioni di Amrullah Saleh - che suonano come un aperto invito a colpire la nostra organizzazione - ma anche attraverso la scandalosa e immotivata detenzione del capo del personale dell’ospedale di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah Hanefi, che a nome di Emergency ha messo a rischio la propria vita per salvare quella altrui.

Oggi, 11 aprile 2007, Emergency é stata costretta a ritirare temporaneamente il proprio staff internazionale dall’Afghanistan per ragioni di sicurezza. Per il momento, le strutture sanitarie di Emergency continuano a funzionare grazie alla competenza e alla dedizione dello staff afgano.

Se in futuro le strutture di Emergency non saranno più in grado di fornire gli stessi servizi, sappiano i cittadini afgani che la responsabilità è interamente del loro Governo che ha gettato accuse infamanti sulla nostra organizzazione, mettendo a rischio la sicurezza dei nostri pazienti, del nostro staff afgano e internazionale.

Emergency continuerà ad essere vicina alle sofferenze del popolo afgano, a quei milioni di civili innocenti che da decenni subiscono la atrocità della guerra.

sabato, marzo 31, 2007

I Topi di Bari Bleuf

Il 27 marzo 2007 il sistema di ricerca di Google segnala la pubblicazione di un articolo su un blog del portale Multiplayer.it.

L'annuncio recita:

SCANDALO AL BARIBLU IPERSTANDA PIENO DI RATTI
Multiplayer.it - ItalyTutto é partito da una denuncia ai nas fatta da una casalinga di Triggiano. Probabilmente la presenza di topi é da ricercare anche nel fatto di aver ...
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La notizia, abbastanza allarmante, non è però più disponibile. PERCHE'????
Forse una bufala? Può essere tuttavia ho ritenuto interessante segnalare questo episodio.

domenica, marzo 11, 2007

Antonio Quadrello di Triggiano

Selezionato per le Audizioni del Musicultura Festival.
Al termine delle audizioni live Musicultura proclamerà i sedici finalisti della XVIII edizione, che proseguiranno la loro avventura attraverso i quattro storici percorsi del concorso: Radio Uno Rai, RadiocorriereTV, Internet, Comitato Artistico di Garanzia. Otto saranno infine i vincitori che si esibiranno il 22-23-24 giugno all’Arena Sferisterio di Macerata

domenica, febbraio 25, 2007

Le mille Bolle BariBLU


A Pasqua la "sorpresa" del nuovo Centro Commerciale che cambierà la vita degli Italiani di Triggiano. Questo per lo meno è l'augurio e l'auspicio che ci si rivolge.

Unico dato certo, e credo positivo, al momento è l'infranstruttura che si è realizzata intorno a questo centro: strade e svincoli.
La campagna pubblicitaria lanciata dal Centro Commerciale, seppur fastidiosa sotto certi versi per il nostro paese, assume delle connotazioni positive perchè lascia subdolamente intendere che sempre di più Triggiano sia parte dell'area metropolitana di Bari fino al punto che i confini del territorio sono così sottili da non apparire più.
Certo la slavaguardia di una identità culturale rimane un obbiettivo importante e risalta un'interrogativo fondamentale: saranno in grado i nostri amministratori di gestire controllare il territorio anzichè divenire succubi del potere economico che potenzialmente potrebbe svilupparsi?
A noi l'ardua sentenza.

Nel frattempo gli ultimi colpi di coda dei commercianti del centro e della discarica adiacente, sono estemporanei rigurgiti di una società conservatrice e protezionista che spesso agisce con azioni di difesa alle NOVITA', anzichè adoperarsi per rimanere al passo con i cambiamenti.

Sia chiaro, comunque, che la grande distrbuzione non costituisce a mio avviso "il Progresso" ma è purtroppo una realtà con la quale siamo chiamati a confrontarci e che tuttavia è portatrice di elementi positivi: occupazione e spesso risparmio.

lunedì, febbraio 19, 2007

Bullo a 11 anni: «baciami i piedi»


Dal sito della Gazzetta del Mezzogiorno:

L'ennesimo caso a Triggiano, un comune del Barese, dove i carabinieri hanno segnalato al Tribunale dei minorenni sei ragazzini: uno di 14 anni, uno di 11 e quattro ancora di 13
TRIGGIANO (BARI) - Hanno minacciato e picchiato i loro compagni di scuola pretendendo anche atti di sottomissione: tra l’altro un ragazzino di 11 anni ha preteso che un suo coetaneo gli baciasse i piedi. E’ stato scoperto a Triggiano, un comune dell’hinterland barese, dove i carabinieri a conclusione di indagini hanno segnalato al Tribunale dei minorenni sei ragazzini: uno di 14 anni, uno di 11 e quattro che tra breve compiranno 14 anni. A quanto si è saputo, gli episodi – che si sono verificati più volte nell’ultimo mese – sono stati scoperti non sulla base di denunce, ma durante i colloqui che i militari hanno avuto con presidi, professori e con gli stessi alunni nell’ ambito di una campagna di prevenzione promossa dal comando provinciale. E’ così emerso che i sei terribili ragazzini hanno vessato a lungo i loro compagni picchiandoli, minacciandoli, facendo richieste estorsive quali la duplicazione di cd e dvd, e pretendendo atti di sottomissione. Dopo che i piccoli bulli sono stati scoperti, uno di loro ha scritto una lettera al preside in cui dichiara di essere pentito.

martedì, gennaio 30, 2007

lunedì, gennaio 29, 2007

I Giovani Turchi

A fianco degli orrendi e raccapricianti ricordi che accompagnano la Shoah la nostra Memoria deve lasciare spazio agli altri genocidi avvenuti nel corso della storia.

Dal sito http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/armenia/index.htm, leggiamo:

Una nuova speranza nasce quando prende sempre più forza, negli anni 1905-1906, subito dopo la rivoluzione antizarista del 1905, il movimento dei Giovani Turchi, rappresentati dal partito "Ittihad ve Terakki" (Unione e Progresso), formato da ufficiali dell'esercito, intellettuali e piccoli funzionari, caratterizzati da un acceso nazionalismo turco e dall'ideologia borghese. Il partito armeno Dashnaktsutiun riuscì inizialmente a elaborare un programma comune con loro.

L'azione dei Giovani Turchi si fece sentire soprattutto quando essi si resero conto che Inghilterra e Russia volevano spartirsi la Macedonia, appartenente all'impero ottomano e allora molto in fermento. Furono proprio loro che appoggiarono l'insurrezione macedone contro il sultanato, per evitare che la Macedonia finisse in mano straniera.

Nel 1908 i Giovani Turchi costrinsero il sultano a ristabilire la costituzione del 1876. Essi sembravano intenzionati ad abbattere il sistema imperiale per poi creare una federazione di tutti i popoli precedentemente inclusi nell'Impero. Ovviamente le concezioni del nazionalismo turco e di una federazione ottomana erano tra loro decisamente antitetiche e questo influenzerà negativamente gli sviluppi della rivoluzione dei Giovani Turchi; porterà nuovamente a considerare l'elemento armeno come un pericolo interno da combattere ed annientare.

I Giovani Turchi, col loro "ottomanismo", volevano un impero unico e indivisibile, con un'unica lingua, al punto che non si poteva essere eletti in parlamento se non si parlava turco.

Nell'aprile del 1909 a Costantinopoli si verificò un tentativo controrivoluzionario che mirava a emarginare i Giovani Turchi e a ripristinare l'autocrazia del sultanato. Ma il tentativo fallì e i Giovani Turchi ne approfittarono per instaurare la dittatura militare. Fu legalizzato il divieto di sciopero, il partito socialista e i sindacati furono vietati, ai contadini non vennero dati diritti di alcun genere. In un congresso segreto dei Giovani Turchi, tenutosi a Salonicco nel 1911, fu deciso di sopprimere totalmente gli armeni residenti in Turchia.

Infatti, subito dopo che i Giovani Turchi eliminarono i controrivoluzionari, in Cilicia (città di Adana) 30.000 armeni vengono uccisi da turchi e curdi. L'alleanza tra i due partiti (Unione e Progresso e Dashnaktsutiun) ebbe termine proprio nel 1911.

Tutto ciò fu conseguenza dell'ideologia che aveva ormai impregnato l'intero partito, formata da un intreccio di panturchismo e turanismo (1). In sostanza si voleva una ricostruzione dell'impero ottomano attraverso l'affermazione del primato della componente etnica turca (quindi non uguaglianza dei diritti tra le etnie dell'impero), la turchizzazione delle minoranze (imposizione della lingua e della cultura turca), unificazione di tutti i popoli turchi (inclusi gli azeri, i tatari, i popoli dell'Asia centrale, insomma dal mar Egeo ai confini della Cina). Gli armeni, situati a mo' di cuneo fra i turchi dell'Anatolia e quelli del Caucaso, costituivano un' isola non-turca in mezzo al grande mare delle popolazioni turche.

L'unione tra indipendenza nazionale e purezza razziale furono la premessa per la conquista dell'allora provincia russa dell'Azerbaigian. Tra essa e la Turchia vi erano però proprio in mezzo le terre armene. Questa nuova campagna di conquista fornisce ai Giovani Turchi la giustificazione per l'eliminazione del "pericolo armeno".

In questa situazione fu facile agli italiani, nel 1911, occupare la Libia (Tripolitania e Cirenaica), il più lontano avamposto turco in Africa. Nel 1912 il Montenegro, la Bulgaria, la Serbia e la Grecia dichiararono guerra alla Turchia. Si concludeva la perdita dei territori europei ancora in mano turca (Macedonia, Albania, isole greche): l'impero si stava sempre più sgretolando.

domenica, gennaio 28, 2007

sabato, gennaio 27, 2007

Dal Sito shoah.net

Storicamente l'antisemitismo, nella forma in cui si è espresso e si esprime, è il prodotto dell'ostilità religiosa (antigiudaismo) alimentata dai cristiani contro gli ebrei che sono stati accusati di essere tutti insieme, come popolo, i responsabili dell'uccisione di Gesù (deicidio). Questo non significa, ben inteso, che le autorità ecclesiastiche abbiano volontariamente e consapevolmente ispirato il razzismo antisemita, che spesso hanno invece duramente condannato. Ma ciò non toglie che questo razzismo si sia sviluppato proprio nei paesi cristiani e, fino a questo secolo, solo in essi, nell'alveo di una condanna religiosa che è rimasta inalterata per quasi duemila anni, fino al concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). Al tempo di Cesare e Augusto - quando Roma estendeva il suo dominio sul mondo Mediterraneo - gli ebrei, pur conservando ancora il loro centro territoriale e spirituale in Palestina, erano disseminati in tutto l'Impero Romano ed anche oltre le sue frontiere, dove professavano la credenza in un Dio unico. Ma fu dopo l'occupazione romana della Palestina che gli ebrei avevano dato vita a frequenti ribellioni. Le autorità imperiali, costrette spesso a intervenire militarmente per ricondurre all'ordine quella turbolenta provincia (il punto culminante della repressione fu la distruzione del tempio e della città di Gerusalemme nel 70 d.c.), nutrivano nei loro confronti sentimenti di ostilità e diffidenza che si indirizzavano anche verso le numerose comunità ebraiche della diaspora, quelle cioè che si trovavano sparse in diversi territori del bacino mediterraneo. Di questo atteggiamento furono vittime anche Gesù e i suoi seguaci cristiani che, per molto tempo, furono considerati a Roma come una setta ebraica. Ma per i cristiani, quando i discepoli originari di Gesù erano ormai scomparsi nella distruzione di Gerusalemme, era essenziale segnare la separazione fra la propria religione e quella da cui essa derivava. Nacquero così le principali accuse contro i giudei, di cui Giuda, il traditore di Cristo, diventa l'emblema stesso. Essi sono considerati colpevoli non solo di non aver voluto riconoscere la divinità di Cristo, ma addirittura di averlo messo a morte.
È appunto l'accusa di deicidio il marchio di infamia che nel mondo cristiano accompagnerà gli ebrei per quasi duemila anni. In ragione di questa accusa essi vennero emarginati dalla società, privati di molti diritti e costantemente guardati con diffidenza. Anche la violenta repressione di cui fu oggetto la loro rivolta contro i romani e il fatto stesso di vivere perseguitati, lontano dalla terra d'origine, vennero subito interpretati dai teologi cristiani come un segno della giusta punizione che essi avevano meritato con il loro delitto. Le masse cercarono di far ricadere le responsabilità delle proprie frustrazioni e delle proprie disgrazie su un "capro espiatorio": gli ebrei. Alla metà del 1300 si accusarono gli ebrei di avvelenare i pozzi e diffondere il morbo della peste, spinti dal loro odio per i cristiani senza curarsi del fatto che essi stessi ne sarebbero morti. E' da qui in poi che la storia degli ebrei cambiò tragicamente. Essi venivano ormai individuati come un gruppo etnico, con precisi connotati biologici, dal quale nessuna conversione religiosa consentiva di uscire. Questo fu evidente all'inizio del 1500 in Spagna, dove i re cattolici Ferdinando e Isabella decisero di cacciare dal loro regno tutti gli ebrei che vi abitavano. Furono cacciati 100.000 individui. La "nazione ebrea" restò così al bando delle comunità cristiane per molti secoli. Soltanto nel 1781 l'imperatore d'Austria Giuseppe II emanò una patente di tolleranza (Atto legislativo che concede la libertà di religione ai gruppi non cattolici tra cui gli ebrei) per gli israeliti, mentre la Rivoluzione francese pronunciò a sua volta la piena equiparazione degli ebrei agli altri cittadini nel 1791.
La "emancipazione" degli ebrei fu successivamente sancita nel corso dell'Ottocento dagli altri Stati europei, tra cui il Regno di Sardegna nel 1848, il Regno d'Italia nel 1861, la Gran Bretagna nel 1866, la Germania nel 1870. Assai dura per tutto l'Ottocento restò, invece, la condizione degli ebrei in Russia, in cui l'annessione delle province polacche aveva inserito più di un milione di israeliti; l'assassinio di Alessandro II (1881) provocò sanguinosi massacri di ebrei (pogrom), favoriti dal governo, che si ripeterono negli anni seguenti, provocando migliaia di morti. L'antisemitismo però non scomparve nei paesi in cui gli ebrei erano stati emancipati; esso continuò a serpeggiare virulento all'interno di circoli culturali e di gruppi politici di orientamento reazionario e nazionalista. Il razzismo antisemita prese poi nuovo vigore dopo la grande guerra, con manifestazioni particolarmente violente e irrazionali in Germania, dove il nazionalismo stimolato dalla disfatta addossò agli ebrei e ai socialisti la responsabilità della sconfitta, aprendo la strada alle farneticazioni di Hitler, che indicò negli ebrei la causa di tutte le disgrazie del paese. Gli ebrei, quindi, di nuovo, assunsero il "ruolo" di capro espiatorio...

venerdì, gennaio 26, 2007

Dal Qohélet - 4,1


Ogni violenza compiuta
Sotto il sole la vidi

E lacrime di oppressi
Nessuno le addolciva

E violenza di oppressori
Nessuno le frenava

lunedì, gennaio 22, 2007

Le visioni di un "liberal realista"

Anonymous ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "I dubbi de "il Brigante"":
Ma che cosa volete dalla Lama San Giorgio? Se definiamo quella specie di campagna un parco naturale, allora anche quello sotto casa mia potrebbe esserlo. Sveglia Gente. I paesaggi naturali di certo non sono quelli che troviamo nella lama San Giorgio. E' bene che nasca qualcosa che faccia bene al nostro paese, che risollevi l'economia. Da Triggiano tutti vogliono scappare, e andare via, forse è la volta buona che dopo l'Ikea e il Bariblu, qualcuno a Triggiano ci voglia venire. E di sicuro ci verrà. Dispiace per tutti i piccoli imprenditori, ma il Bariblu avrà solo un piccolo ipermercato e quindi il danno sarà ridotto. Son convinto che il nostro paese crescerà! Ma non dite più che la Lama San Giorgio va protetta e che ci aranno danni al paesaggio, perchè verrebbe da ridere a chiunque! Svegliatevi!

Questo è il commento pervenuto da un lettore.

L'illusione di pensare che con l'Ikea e Bariblu tutti vorranno rimanere a Triggiano rende davvero ridicola un'opinione che effettivamente avrebbe potuto (se espressa più intelligentemente) essere la base per un'interessante discussione.
Qual'è il punto: porre al centro dell'attenzione lo "sviluppo" a tutti i costi e macchiavellicamente pensare: chi se ne frega degli altri e del mondo che ci circonda l'importante è che io sto meglio e sollevo la mia economia? Oppure bloccare "il progresso" in favore di una salvaguardia naturalista a tutti costi?
Personalmente credo che la verità stia nel mezzo. Non è possibile pensare di non spostare una pietra per non alterare il paesaggio ma è anche ingenuo pensare che fare bene al proprio paese sia eliminare uno dei polmoni naturali più importanti della zona (non solo per Triggiano). Questo diventa ancora più vero se inteso in favore di un falso ed estemporaneo benessere.
La miopia di chi crede di aver trovato la "panacea" ed aver stabilito per tutti cosa "faccia bene al proprio paese" fa venire il voltastomaco. Definire La Lama, già abbondamente degradata e deturpata della sua essenziale funzione biologica, come una "specie di campagna" evidenzia la sua assurda IGNORANZA. E' possibile che non si riesca a capire il valore dell'indotto in termini occupazionali e di sviluppo che potrebbe crearsi da un area verde o da un parco? E' possibile che non si riesca a capire la necessità di intervenire in un luogo che ha già causato molti danni ed anche morti per la sua oscena incuria?

Se poi rimanere a Triggiano significa essere sfruttato per poche centinaia di Euro deprimendo la propria vita in una catena della grande distribuzione, be caro Anonimous preferico andare via e fare delle mie possibilità e capacità qualcosa di più utile alla comunità ed a me stesso.

La cultura della mediocrità amazza il VERO sviluppo.
SI SVEGLI LEI !!! ed esca dalla provincialità che l'avvolge in un irrequieto torpore.