Dalla sezione “25 Aprile” del PdCI di Triggiano, riceviamo per la pubblicazione il testo della lettera inviata il 14 novembre ai locali segretari dei partiti della coalizione di centrosinistra e al sindaco Cassano:
Alla luce di pratiche politiche di natura spartitoria e clientelare alle quali si sta assistendo negli ultimi giorni, la sezione “25 Aprile” del Partito dei comunisti italiani ha deciso di sospendere i rapporti di collaborazione con la coalizione del centrosinistra di Triggiano. Pur continuando a nutrire fiducia nell’operato del Sindaco e della Giunta Comunale e pur riconoscendo la validità e l’efficacia dei provvedimenti amministrativi finora adottati, la sezione si sta interrogando sulla sussistenza dei presupposti etici per un’azione politica concertata e negoziata. Non siamo disposti a negoziare, infatti, concetti e prassi quali legalità, trasparenza e tutela delle pari opportunità che sottendono – e rendono politicamente significativo – il programma elettorale sottoscritto da tutte le forze della coalizione. Non possiamo altresì negoziare la nostra identità in nome di un realismo strategico perdente in partenza che riproduce – senza determinare alcun mutamento – meccanismi di gestione della cosa pubblica ambigui e nient’affatto “orizzontali”. Si è a lungo discusso, durante riunioni di cui a questo punto ci sfugge il senso, di quali politiche sociali adottare per garantire i diritti di cittadinanza e lo sviluppo del territorio. Tra i diritti di cittadinanza c’è – inviolabile – il diritto al libero accesso al mercato del lavoro, senza distinzione alcuna. Responsabilità non derogabile dell’Ente pubblico, laddove coinvolto, è vigilare scrupolosamente sulla liceità delle procedure. Su questa responsabilità si gioca interamente la partita della credibilità delle istituzioni agli occhi, soprattutto, di quei giovani tanto osannati in campagna elettorale e così malamente umiliati da certe logiche. Il prezzo della politica, lo sappiamo, è un prezzo alto, soprattutto il prezzo di una politica onesta. Lo sanno molti di noi che – giovani e meno giovani – lottano quotidianamente contro la precarietà lavorativa, la disoccupazione e le mille sciagure del lavoro atipico e che, nonostante questo, non hanno mai pensato di trarre alcun profitto personale dall’impegno politico. Hanno pensato, invece, di sostenere e di far parte di questa coalizione per non veder più violata, con il cinismo di chi crede che la democrazia sia una forma sublimata di ricatto, la propria dignità. A questo punto riteniamo doveroso avviare al nostro interno una riflessione seria e pacata. Questo spiega la nostra assenza alle riunioni in corso.